DOMOteorica & Feng Shui

Sistemi di riscaldamento: quale scegliere?

Scritto da Martina Colorio | sabato, 20.1.2024

Nelle aree fredde e temperate, e soprattutto in quelle ad alta densità abitativa, il legame tra il riscaldamento e la qualità dell'aria è un tema cruciale, e la scelta del sistema di riscaldamento domestico può svolgere un ruolo fondamentale nell'attenuare l'impatto antropico sul nostro pianeta. In un contesto in cui le sfide climatiche sono sempre più pressanti, l'adozione di soluzioni a basso impatto ambientale diventa essenziale. Vediamo quindi assieme perché vi è l'impressione comune che certi sistemi più tradizionali, come il legno, siano molto più inquinanti del metano o GPL, ma come ciò sia un bias cognitivo dovuto alla mancanza di informazione rispetto ai "costi ambientali" nascosti di determinate forniture. Cerchiamo quindi di rispondere alla fondamentale domanda: quale sistema di riscaldamento può contribuire in modo significativo a non aggravare la crisi climatica?

I costi invisibili dei combustibili fossili sono dati dallo sfruttamento umano e naturale. Se anche a livello di emissione finale metano e GPL possono apparire più ecologici, tuttavia non si tiene in considerazione l'impatto dell'estrazione, lavorazione e distribuzione.

Innanzitutto: avendo piena consapevolezza dell'impatto climalterante, perché le fonti non rinnovabili come il metano, il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) e altri combustibili fossili sono ancora ampiamente utilizzate? Semplificando, ci sono tre motivi principali, il primo sono le infrastrutture, il secondo i costi di installazione di nuove tecnologie. Molte infrastrutture, come reti del gas e impianti di distribuzione, sono state progettate per utilizzare solo combustibili fossili, la riconversione per gli enti privati che se ne occupano risulta al momento ancora poco sostenuta dallo Stato (parlo di Italia!) e non abbastanza dall'UE. Allo stesso tempo, passando dal punto di vista del singolo cittadino, l'installazione di tecnologie rinnovabili, come pannelli solari o pompe di calore, richiede investimenti iniziali elevati, spesso impossibili per le fasce sociali con redditi più bassi, anche se in possesso di una abitazione. Molti individui e aziende sono quindi tutt'ora riluttanti a effettuare questo passaggio a meno che non vi siano incentivi finanziari o agevolazioni fiscali.

Tuttavia il terzo problema, è quello che maggiormente blocca la riconversione e una corretta veicolazione delle informazioni da parte dei media (pagati spesso dagli stessi investitori):  il XVI Forum QualEnergia dello scorso dicembre, ha emesso un giudizio critico nei confronti del governo italiano riguardo all'energia rinnovabile, sottolineando che i sussidi alle fonti fossili hanno raggiunto un massimo di 94,8 miliardi di euro. Questa cifra è stata influenzata dai decreti per l'emergenza bollette, che hanno contribuito ad alimentare le speculazioni sul gas. Nel frattempo, i circa 1400 progetti legati alle energie rinnovabili rimangono bloccati in valutazione al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Potete trovare maggiori informazioni nel report "Stop Sussidi Ambientalmente Dannosi" di Legambiente.

Allo stato attuale delle cose, è impossibile nascondere la testa sotto la sabbia: si è sempre guadagnato dal fossile, banche in primis (come Unicredit e Intesa San Paolo in Italia), al punto che il totale di investimenti sul fossile ha raggiunto una cifra superiore ai 5.500 miliardi, calcolati dall'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi sul clima. E l'Italia è il sesto investitore mondiale in combustibili fossili, da estrarre in terzi paesi che spesso non rispettano neppure i minimi requisiti di tutela ambientale e dei lavoratori. Per peggiorare la situazione dell'Italia, c'è da aggiungere che - tra i paesi che hanno sottoscritto l'accordo di Glasgow per la sospensione degli investimenti nel fossile entro il 2022 - nel 2023 siamo stati il secondo finanziatore mondiale con sussidi pubblici in progetti collegati ai combustibili fossili. Nel dettaglio: l'espansione di una raffineria in Indonesia (141 milioni di dollari), un'altra raffineria in Perù (500 milioni di dollari), una centrale a gas in Uzbekistan (545 milioni di dollari), e vari progetti legati al gas in Brasile, Mozambico, Turchia e Vietnam. In particolare, l'ultimo progetto, riguardante l'importazione di LNG, comporterebbe emissioni 3,5 volte superiori alle emissioni annuali dell'Italia.

I vantaggi e gli svantaggi dei sistemi di riscaldamento tradizionali. La biomassa intesa come fonte rinnovabile necessita di una filiera sicura e di sistemi ad alta efficenza.

I sistemi di riscaldamento a energia rinnovabile, come le pompe di calore alimentate con energia green e i pannelli solari termici, offrono numerosi vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali. Innanzitutto, utilizzano fonti di energia pulita, riducendo significativamente le emissioni di CO2 e gli impatti sull'ambiente. Inoltre, consentono di ridurre i costi energetici a lungo termine, poiché l'energia da fonti rinnovabili è meno soggetta a fluttuazioni di prezzo rispetto al gas. Tuttavia, questi sistemi di riscaldamento richiedono un investimento iniziale più elevato e potrebbero non essere adatti a tutte le situazioni, ad esempio in caso di mancanza di spazio o di autorizzazioni edilizie (come per le città storiche e con vincoli paesaggistici molto rigorosi) per l'installazione di pannelli solari termici.

Pertanto se si guardano ad altre fonti, si torna sulla tradizione e il riscaldamento a legna e biomassa vegetale, in generale. Spesso questi sistemi vengono criticati, poiché la CO2 accumulata dalla piante in vita viene rilasciata durante il processo di combustione. Si stima tuttavia che di fatto questo rapporto lo renda in rapporto neutro, mantenendolo tra i sistemi a bassa emissione totale (dalla produzione alla combustione). Questo ovviamente succede solo se la filiera è una filiera tutelata, e se il materiale proviene da scarti di lavorazione dell'industria produttiva, come quella edilizia o dell'arredamento. Il legno di recupero, che un privato può cercare sul posto a seguito di abbattimenti di piante malate o danneggiate, o della potatura, di fatto rende ancora di più il consumo a basso impatto.

Una cosa importante al momento della scelta di un impianto, è il Coefficiente di Prestazione che mette in relazione energia termica ceduta con l' energia elettrica necessaria per produrla (kWh). Infatti a prescindere dal "combustibile" un impianto può produrre più o meno energia termica, e maggiore è il coefficiente, maggiore sarà la resa di un impianto. Impianti ad alta efficienza, come ad esempio i Termocamini, che producono anche acqua calda a uso igienico o per i termosifoni massimizzano l'utilizzo dell'energia contenuta nella legna, limitando gli sprechi e assicurando un elevato rendimento energetico. L'impiego di un termocamino a legna, rispetto che il riscaldamento a metano, butano o GPL, favorisce anche la riduzione delle emissioni di CO2.

Al contrario ricordo sempre che il riscaldamento elettrico, seppure con uno dei più bassi livelli di emissione finale, è uno di quelli con la maggior parte di "costi" nascosti. Questo perché l'energia elettrica, se non autoprodotta o proveniente da fornitori che certificano l'uso dei energie rinnovabili, è ancora per gran parte prodotta con fonti non rinnovabili. Ad esempio nel corso del 2022, il 50% dell'energia elettrica in Italia è stata generata mediante l'utilizzo di gas e altri combustibili, quali il petrolio. Il carbone ha contribuito con il 7%, mentre il 13% è stato importato. Solo il 31% dell'energia elettrica prodotta proveniva da fonti rinnovabili.

Un possibile concorrente per la pole position del riscaldamento che pensa al futuro, va sicuramente al teleriscaldamento geotermico. Alla data del 2022 in Italia questa forma di riscaldamento è pressoché infinitesimale, e lo stesso Teleriscaldamento a fonti miste (si cui, sfortunatamente circa l'82% fossili) copriva solo il 2% della richiesta di acqua calda per l'ambito abitativo. Come funziona il Teleriscaldamento? Opera con un sistema semplice basato sulla distribuzione di acqua calda da una centrale di produzione a una rete estesa per riscaldare abitazioni, con una doppia tubazione: una per distribuire il calore e l'altra per il ritorno dell'acqua raffreddata alla centrale. Il trasferimento di calore avviene tramite un fluido termovettore, solitamente acqua, che circola temperature comprese tra i 90 e i 120 °C, ritornando poi alla centrale a 60 °C. 

La geotermia in Italia è presente quasi esclusivamente in Toscana, dove grazie alle reti comunali, si riesce a coprire il 30% della necessità regionale grazie al calore proveniente dal sottosuolo. L'Italia però possiede un notevole potenziale di energia geotermica, variabile tra 500 milioni e 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente, sufficiente a soddisfare l'intera domanda energetica nazionale. La geotermia in Italia ha anche un impatto occupazionale significativo, generando più posti di lavoro rispetto ad altre fonti rinnovabili, con uno studio che indica 34 posti di lavoro per ogni megawatt installato. Il settore geotermico italiano sta almeno facendo progressi tecnologici, con impianti che superano il 20% di rendimento e riducono le emissioni di gas climalteranti.

Come scegliere il sistema di riscaldamento più adatto, valutando tutte queste variabili?

La scelta del sistema di riscaldamento più adatto dipende da diversi fattori. Prima di tutto, è importante valutare le caratteristiche dell'edificio, come la sua dimensione, l'isolamento termico e la presenza di spazi esterni per l'installazione di pannelli solari termici. In secondo luogo, è necessario considerare il budget disponibile, poiché i sistemi di riscaldamento a energia rinnovabile richiedono un investimento iniziale più elevato rispetto ai sistemi tradizionali, che va ad ammortizzarsi fino a quasi annullarsi nel lungo periodo.

Per garantire un corretto funzionamento e una maggiore efficienza dei sistemi di riscaldamento, è importante seguire alcuni consigli per l'installazione e la manutenzione. Prima di tutto, è consigliabile affidarsi sempre a professionisti esperti per l'installazione, in modo da assicurarsi che il sistema sia configurato correttamente e che rispetti tutte le normative di sicurezza. Inoltre, è importante effettuare regolarmente la manutenzione dei sistemi di riscaldamento, come la pulizia e la sostituzione dei filtri, la pulizia delle canne fumarie (attenti appassionati di caminetto, che una combustione interna data dal catrame depositato potrebbe creare incendi nell'abitazione), per garantire un funzionamento ottimale e ridurre i consumi energetici. Infine, è consigliabile monitorare attentamente i consumi energetici e adottare misure di risparmio, ad esempio attraverso la regolazione della temperatura e l'isolamento termico dell'edificio. Per quanto sconsiglio la Domotica wifi, è sempre importante avere un sistema di monitoraggio della temperatura interna, senza affidarsi esclusivamente sulle nostre sensazioni, che possono variare molto da attività in movimento ad attività sedentarie.

Il consiglio di Domoteorica: Quali sono parametri del comfort termico domestico

Cerchiamo quindi di avvicinarci pian piano ad una visione sistemica dell'abitare, collegata ad un uso consapevole delle risorse, e con il progressivo abbandono di tutte le fonti energetiche non rinnovabili. La partecipazione attiva della cittadinanza porta a cambiamenti a livello sociale e politico, quindi tutti dovremmo far sentire la nostra presenza e le nostre necessità collettive agli organi di governo. Questo si può fare con l'informazione nelle scuole, e a livello di comitati cittadini, ma soprattutto cambiando le nostre abitudini di consumatori.

Per concludere ricordo che a livello fisiologico il nostro comfort termico risulta essere:

INVERNO: tra i 20° e i 22°

con CUCINA E ZONA NOTTE a 18° - 19°

ESTATE: al massimo di 6° o 7° C in meno rispetto a quella esterna

umidità TRA IL 50% e 55% IDEALE

TRA IL 40% E IL 60% È CONSIDERATA ACCETTABILE

SOTTO I 20% E SOPRA GLI 80% LA SITUAZIONE È RISCHIOSA