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di Martina Colorio

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Scarpe in casa: un NO anche dalla Scienza

Scarpe in casa: un NO anche dalla Scienza

In molte Culture è considerato estremamente maleducato entrare in casa con le scarpe. Al contrario, per altre non appare strano neppure camminare su tappeti o moquette con le calzature che indossiamo all'esterno. Eppure dovrebbe essere intuitivo il fatto che i microbi, gli inquinanti biologici e chimici e altri possibili patogeni presenti anche in città (che è un'area persino a maggior rischio della campagna!), non dovrebbero mai essere portarti e sparsi dentro casa. Questi agenti, infatti, possono essere dannosi per la salute, specialmente se si hanno neonati o individui immunodepressi nella famiglia. Probabilmente ci facciamo incantare dalle pubblicità e dai film, che fan sembrare normale camminare con le scarpe da fuori nei nostri spazi domestici, perché tanto basta lavare i pavimenti e il problema è risolto!

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Pensateci un attimo:

  • Si finisce per sprecare tempo a pulire i pavimenti anche ogni giorno, tempo che potrebbe essere utilizzato per attività più utili e piacevoli per il nostro intelletto e umore (es. hobbies, passeggiate o un buon riposo).
  • Se non lo si fa, camminare a piedi scalzi a casa avrebbe quasi lo stesso livello d'igiene di camminare a piedi scalzi sui marciapiedi.
  • Non si va a considerare che quello che arriva dalla suola delle nostre scarpe, non rimane sul pavimento, ma può unirsi alla polvere domestica ed essere costantemente inalato.

Varie ricerche1 hanno evidenziato che le suole delle scarpe sono un terreno fertile per una varietà di microrganismi indesiderati, incluse muffe potenzialmente tossiche e batteri come Clostridioides difficile e Staphylococcus aureus (il colpevole di molti casi di infezioni cutanee, meningite, endocardite e altro ancora). Inoltre, sostanze chimiche nocive come pesticidi e perfluoroalchilici (PFAS) possono essere trasportate all'interno, rappresentando altri potenziali rischi per la salute.
Le suole delle scarpe quasi sicuramente trasportano anche il tristemente noto Escherichia coli, di cui alcune varianti possono causare infezioni intestinali e delle vie urinarie, soprattutto se si vive in campagna. Il ceppo E. coli O157:H7/STEC si moltiplica rapidamente a temperature superiori a 4,4°C e può causare anche sintomatologie gravi, soprattutto nei bambini che spesso tendono a non lavarsi le mani prima di mangiarci qualcosa.

Dobbiamo quindi capire come mai, con la consapevolezza del rischio che corriamo mantenendo questa cattiva abitudine, questa routine non sia universalmente diffusa.
Innanzitutto perché parliamo di una questione culturale e non di una questione propriamente sanitaria. La maggior parte della popolazione, infatti, tende ad interrogarsi poco sulla reale interazione tra noi, gli altri organismi e microrganismi, e gli agenti inquinanti, viaggiando molto spesso nel limbo della casualità e della percezione di frequenza, applicando un bias esperienziale che può essere riassunto con la frase "se non mi è mai successo niente finora, non succederà mai".

In alcune culture da sempre, come Corea, Giappone, Nuova Zelanda e generalmente in Scandinavia, è abitudine non utilizzare mai le scarpe esterne dentro casa. In alcune zone, poi, anche in Germania, è comune trovare le "scarpe da fuori" e le "scarpe da casa" che vengono indossate esclusivamente per camminare in interni.

Questo perché parliamo di abitudini acquisite, e non solo date dal buon senso, ma anche da aspetti molto più intimi e persino spirituali. Anticamente infatti, e ancora in alcune zone del pianeta, la porta di Casa non è solo un passaggio alla nostra tana, ma una vera e propria specie di luogo sacro, in cui dal mondo del fuori, dell'apparente, si passa al mondo del dentro, dell'intimità e della famiglia. E qualsiasi contaminazione diventa istantaneamente uno sgarro fatto all'equilibrio stesso dell'abitazione.

Un altro problema collegato alla cattiva abitudine di tenere le scarpe, è la mancata percezione dei COV, composti organici volatili. Se andate a vedere il mio articolo sulla Sick Building Syndrome, infatti, la casa è un potenziale ricettacolo di inquinanti dannosi e le scarpe ne sono uno dei primi veicoli. Mark Patrick Taylor, capo scienziato dell'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente (Environment Protection Authority) nel Victoria, Australia in uno studio del 2023 ha evidenziato come la maggior parte della polvere interna proviene dall'esterno, e afferma che vale la pena evitare il rischio di patogeni e contaminanti facendo in modo che non entrino mai in casa, in primo luogo. Notando che la polvere interna proveniente dallo sporco esterno si deposita sulle superfici dei mobili e persino negli alimenti e nelle bevande, Taylor sostiene che è meglio prevenire che curare. Insomma, rischiamo ogni giorno di respirare le feci di tutti i cani e gatti del quartiere!

Perché mostrare i piedi può creare disagio?

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Può capitare che alcuni ospiti o famigliari non riescano a capire l'importanza di togliere sempre le scarpe entrando in casa nostra, ma in frequenti casi esiste invece un reale disagio nel mostrare piedi o calzini quando non siamo nella nostra abitazione. In Italia nell'abitudine di tenersi le scarpe, si trova a volte persino un'idea affine allo "status symbol di vivere in città". Infatti nei decenni in cui spostarsi in città era simbolo di emancipazione dalle campagne, il non doversi togliere le scarpe infangate era percepito come un vero e proprio lusso acquisito.

Se quindi comprendiamo che per qualche ospite l'idea di togliersi le scarpe sia distante dalle sue corde, è importante predisporre pattine o copriscarpe lavabili (o pulire subito dopo il suo passaggio se non siamo statə previdenti...) per potergli permette di accedere in modo igienico, senza dover esporre una parte del corpo ritenuta privata. Infatti un grave ma comune errore di comunicazione, è la mancanza del rispetto delle abitudini personali, per quanto le possiamo ritenere distanti o disfunzionali rispetto alle nostre. Come è nostro diritto chiedere all'ospite di togliere o coprire le scarpe, tanto è diritto dell'ospite il non scoprire i propri piedi, ma ciò non lo esula dal dovere di rispettare il proprio anfitrione.

La nostra casa è un vero e proprio spazio psichico, motivo per cui anche questa abitudine di tenere le scarpe in casa può essere valutata come manifestazione di continuità tra lo spazio privato e lo spazio pubblico, tra il fuori e il dentro. Proprio per tale ragione, dovremmo essere sempre massimamente consapevoli che quando entriamo nello spazio altrui, siamo ospiti e per tale ragione è importante rispettare le "regole" o meglio dire gli "usi e costumi" di chi ci sta ospitando. Chiedere infatti di togliersi le scarpe all'ingresso, non dovrebbe essere considerato né fuori luogo, né da fare solo con le persone più intime: è un nostro diritto vedere rispettati i nostri spazi, e chi non lo fa (volente o nolente) va di fatto ad imporre le proprie abitudini in un luogo che non dovrebbe mai essere di sua competenza.

Il Consiglio di Domoteorica

Per creare un ambiente accogliente e igienico, è fondamentale organizzare in modo funzionale l'ingresso di casa. Infatti è consigliabile predisporre uno spazio dedicato per lasciare le scarpe all'ingresso, che può essere un mobiletto a scaffali, una scarpiera vera e propria, o anche solo un tappeto a tessitura piatta dove posizionare le scarpe non appena entrati. Qui è possibile mettere anche una cesta o contenitore in cui esporre delle ciabattine facilmente lavabili per gli ospiti, invitandoli gentilmente a togliere le scarpe prima di entrare, e allo stesso tempo avere sempre le nostre ciabatte personali a portata di mano.

Un'idea carina per i familiari e gli amici stretti, è quella di prendere delle ciabatte dedicate. In questo modo chi visita la nostra casa con una certa frequenza, avrà già a sua disposizione una calzatura confortevole e della misura adeguata al proprio piede, visto che non sempre quelle universali sono adatte a tutte le tipologie di piedi. E piuttosto di avere una ciabatta fuori misura o pericolosa, sarebbe sempre più indicato camminare con dei calzettoni antiscivolo.

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Un'idea funzionale per chi invece ha ospiti che non se la sentono di togliersi le scarpe, sono quindi i copriscarpe lavabili, da ricordarsi di prendere con l'antiscivolo se abbiamo un pavimento liscio! L'alternativa sono le classiche pattine della nonna, che molti ancora fortunatamente usano, e risultano comode anche se bisogna rientrare al volo quando si sono già indossate le scarpe!
Attenzione però ad evitare i copriscarpe usa e getta: aboliamo dalle nostre vite la plastica monouso, in particolar modo in casa (provate a pensare allo sfregamento di quel sottile tessuto di plastica sul pavimento...) visto che non vi sono le necessità che potrebbero esserci in uno studio o in un ambulatorio!

Esempi da acquistare online:

Pattine Lavabili Classiche

Copriscarpe Antiscivolo

Ciabatte pianelle per gli ospiti

Se parliamo invece di abitazioni in cui non entrano solo i nostri famigliari e amici stretti, ma magari altri ospiti occasionali o clienti, è possibile inserire un messaggio carino o una targa sullo spazio dedicato alle scarpe. Può essere un modo simpatico per invitare i visitatori a rispettare la pratica di non entrare in casa con le scarpe, garantendo così un ambiente più pulito e salutare per tutti. Potete trovarne facilmente online, o crearla voi stessə, disegnando su una tavoletta di compensato, ma anche semplicemente stampando un testo che vi piaccia e mettendolo in una cornice adatta. Consiglio un colore brillante adeguato alla direzione della porta: non passerà sicuramente inosservata.

 

1 Esempi: https://doi.org/10.1016/j.envres.2022.115173
https://doi.org/10.1093/ofid/ofx018
https://doi.org/10.1016/j.jhin.2022.04.016
https://doi.org/10.1016/j.buildenv.2019.106589
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